I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO – SINTOMI:

I disturbi dello spettro autistico comprendono una serie di disturbi dello sviluppo e sono caratterizzati da SINTOMI raggruppabili in due principali categorie:

  • deficit persistenti nella comunicazione e nell’interazione sociale
  • presenza di comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive.

Solitamente esistono dei COMPORTAMENTI SIA A LIVELLO SOCIALE CHE EMOTIVO che sono in grado di fornire delle indicazioni circa la presenza di autismo, tali comportamenti infatti dovrebbero essere considerati come “campanelli di allarme”, utili ad una successiva indagine da parte di esperti del campo.

  • 12 Mesi di Vita: i primi segnali “d’allarme” infatti sono solitamente già osservabili e sono legati alla compromissione di alcune capacità come:
    • stabilire il contatto oculare con il genitore
    • orientarsi al proprio nome se chiamato
    • indicare con il dito indice
    • mostrare allo scopo di condividere e non solo di richiedere
  • 18 mesi di età: si aggiungono oltre agli indicatori già menzionati la compromissione di altre aree come:
    • l’attenzione congiunta
    • il gioco simbolico (ovvero il fare finta che un oggetto rappresenti qualcos’altro)
    • l’imitazione e la comunicazione verbale
    • la manifestazione di interessi legati ai particolari o ai dettagli (etichette dei vestiti, ruote delle macchinine)
    • attività ripetitive (ad esempio accendere e spegnere ripetutamente la luce) e stereotipate (dondolarsi ripetutamente con il corpo, camminare sulle punte dei piedi, dondolarsi).
    • atti di autolesionismo (morsicarsi, battere la testa sul muro ripetutamente)
    • eterolesionismo (picchiare bambini o adulti)
  • Tra i 24 e i 36 mesi: il bambino mette in atto altri comportamenti non adeguati rispetto alle competenze che dovrebbe aver appreso in base all’età cronologica come:
    • il non voltarsi se chiamato per nome (escludendo una possibile sordità)
    • non guardare in faccia all’interlocutore
    • fissare il vuoto per un tempo prolungato
    • presenza di uno sguardo periferico
    • rifiutare il contatto fisico se non per puro soddisfacimento personale
    • uso strumentale di parti del corpo dell’altro (ad esempio prendere la mano)
    • ipersensibilità sensoriale

Dal punto di vista EMOTIVO:

  • i bambini autistici presentano un comportamento basato su una carente manifestazione affettiva, ad esempio, non esprimono ansia durante la separazione dalla figura genitoriale di riferimento
  • esprimono con difficoltà gioia nella fase di ricongiungimento

I disturbi dello spettro autistico si MANIFESTANO:

  • dalla prima infanzia con una serie di “segnali” osservabili nel bambino fin dai primi mesi di vita. 

I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO – CASISTICA:

Ricerche scientifiche ci confermano la possibilità di riuscire a rilevare i segnali ancora prima dei 24 mesi di vita nell’80% dei casi.

Dai resoconti effettuati dai genitori durante la fase diagnostica del disturbo, il quadro clinico dei sintomi dello spettro autistico si manifesta già intorno il 20° mese di vita.

Dati relativi all’anno 2015 evidenziavano che in Italia circa 100 mila bambini e adolescenti hanno ricevuto una diagnosi di autismo, 1 bambino su  100 sarebbe affetto da tale disturbo con una frequenza  quattro volte maggiore nei maschi rispetto alle femmine.

I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO – CAUSE

Le possibili CAUSE scatenanti i disturbi dello spettro autistico fanno discutere ancora oggi l’ambiente scientifico ma si è giunti all’evidenza circa la presenza di anomalie sia strutturali che funzionali a livello cerebrale, associati anche ad altri fattori tra cui quelli ambientali.

Numerosi studi di neuro immagine infatti hanno evidenziato, nelle persone autistiche, irregolarità nel volume di alcune aree cerebrali, nella densità delle cellule e nella loro organizzazione.

Le componenti dei disturbi dello spettro autistico possono essere presenti in diverso grado ed entità, dando luogo a configurazioni anche varie tra loro ma soprattutto si possono identificare tre specifici livelli di gravità con la conseguente necessità di un supporto adeguato per ciascun livello.

Molto spesso, ci si chiede come riuscire a riconoscere i primi segnali riconducibili ai disturbi dello spettro autistico, ma soprattutto ci si domanda come poter intervenire il prima possibile affinché la traiettoria di sviluppo possa significativamente cambiare in base ai diversi fattori.

Tra i passi fondamentali da compiere in questa prospettiva ricordiamo la TEMPESTIVITÀ DEL RICONOSCIMENTO DEL DISTURBO e la medesima TEMPESTIVITÀ NEL METTERE IN ATTO IL TRATTAMENTO PIÙ ADEGUATO.

I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO – DIAGNOSI:  

quando vengono rilevati i segnali sopra citati è fondamentale rivolgersi ad una EQUIPE composta da:

  • Medico Pediatra che potrà effettuare una serie di screening per approfondire quanto notato dalla famiglia o dalla scuola e successivamente effettuare una valutazione dello sviluppo con un
  • Medico Neuropsichiatra Infantile ai fini di una valutazione medica specifica
  • Psicologo per la somministrazione degli opportuni test
  • Logopedista (ove richiesto dal Neuropischiatra) per la somministrazione degli opportuni test

Effettuare una DIAGNOSI PRECOCE significa poter intervenire tempestivamente, ovvero quando ancora il cervello del bambino è dotato di un’ottima plasticità, potenziando in tal modo le possibilità di apprendimento dei comportamenti adeguati. Un confronto effettuato sulle competenze acquisite tra adulti autistici che hanno ricevuto una diagnosi precoce e quindi un intervento precoce e quelli che hanno avuto la diagnosi a 6 anni hanno evidenziato differenze significative a livello di abilità cognitive, abilità linguistiche e abilità funzionali.

I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO – TRATTAMENTO: 

Dati recenti dimostrano come in realtà sia sempre maggiore il numero di bambini con autismo che nel corso della propria vita raggiunge, attraverso un trattamento adeguato, livelli di MIGLIORAMENTO tali da poter “uscire” dalla diagnosi. Questi bambini riescono a raggiungere tali livelli grazie a diversi fattori concomitanti tra loro, tra cui una discreta competenza cognitiva, l’intensità del disturbo, una diagnosi efficace ed esaustiva, la tipologia e la costanza dei trattamenti effettuati e il coinvolgimento attivo da parte della famiglia e anche della scuola.

I trattamenti che vengono attuati a seguito di una diagnosi di autismo sono diversi a seconda anche del livello di intensità del disturbo, è necessario pertanto PROGETTARE UN PERCORSO SPECIFICO a valle della diagnosi concordato anche con i familiari, dove i professionisti illustrino le modalità di intervento favorendo la PARTECIPAZIONE ATTIVA DA PARTE DEI GENITORI nel trattamento abilitativo intrapreso. La terapia, pur avendo uno specifico modello di riferimento, dovrà essere individualizzata tenendo conto di tutti gli aspetti emersi nella diagnosi e nell’osservazione clinica.

La definizione precisa del percorso con la FORMULAZIONE DI OBIETTIVI e sotto obiettivi è di estremo aiuto al fine di renderlo più efficace in relazione alle difficoltà cognitive, comportamentali ed emozionali emergenti ma anche in relazione ai punti di forza del bambino.

La maggior parte degli interventi abilitativi effettuati riconosciuti come scientificamente validi anche dall’istituto superiore della sanità e con una buona percentuale di efficacia sono principalmente basati su:

  • tecnica ABA (Applied Behavioural Analysis)

finalizzati a modificare alcune modalità comportamentali di risposta del bambino che risultano inadeguate al fine di promuovere comportamenti funzionali al benessere non solo del bambino stesso ma anche della famiglia.

  • modello Denver o ESDM (Early Start Denver Model), sempre con base comportamentale che viene applicata a bambini molto piccoli e che sfrutta le preferenze di gioco e le attività ludiche per delineare il progetto abilitativo. Il Denver tiene conto del momento evolutivo del bambino e ha lo scopo di aiutarlo a sviluppare le competenze imitative e sociali oltre a quelle cognitive.

Le possibilità di attuare un trattamento con questi modelli di intervento per i bambini autistici è presente già prima dei 24 mesi, promuovendo in tal modo la possibilità di attuare “interventi precoci”.

Il terapista effettua anche VISITE A DOMICILIO al fine di aiutare i genitori a “RIORGANIZZARE” L’AMBIENTE DOMESTICO affinché i risultati ottenuti in terapia possano essere estesi anche nel contesto familiare, al fine di creare una rete di supporto tra le figure specializzate e la famiglia.

Uno studio clinico randomizzato pubblicato sulla rivista “Pediatrics” (2009) ha dimostrato che è possibile ottenere un miglioramento delle capacità cognitive, del comportamento e una riduzione della gravità della diagnosi di autismo attraverso l’intervento precoce in grado di coinvolgere tutte le persone che ruotano attorno al bambino per ottenere risultati più efficaci.

Articolo sui DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO a cura della Dott.ssa Veronica Alini – Psicologa

LA SALUTE È UN BENE PREZIOSO A CUI NESSUNO DEVE RINUNCIARE

Le informazioni sopra riportate non sostituiscono il parere del Medico.

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